Chissà quante volte avrai sentito parlare di otturazione dentale! È una tecnica molto comune in odontoiatria a cui si ricorre a seguito di una carie o un trauma. Ma sei sicuro di sapere come si fa davvero e che materiali si utilizzano? In quest’articolo ti diciamo tutto.
Otturazione dentale: che cos’è e che materiali si usano
Con il termine “otturazione dentale”, in odontoiatria, ci si riferisce ad una tecnica che ha lo scopo di restaurare un dente che a seguito di carie o trauma ha perso la sua integrità originale.
Esistono diversi materiali adatti per farla ma il più utilizzato e controverso della storia dell’odontoiatria è sicuramente l’amalgama d’argento, quello comunemente indicato come “piombatura” .
C’è una storia molto interessante riguardo all’amalgama e al suo utilizzo ma oggi la tendenza è quella di non usarla più, sia per ragioni estetiche (è color metallo) che per un divieto imposto dalle UE nei seguenti casi:
- divieto di utilizzo nei denti decidui (denti da latte)
- divieto di utilizzo ai minori di anni 15
- divieto di utilizzo in donne in gravidanza o in periodo di allattamento
In quest’articolo non tratteremo però di questo ma parleremo delle tecniche restaurative più moderne e dei materiali in esse impiegati.
Attualmente lo stato dell’arte prevede trattamenti molto conservativi ovvero consumare o asportare la minor quantità di dente sano possibile, limitandosi a togliere solo la parte infetta in caso di carie o solo le porzioni più sottili in caso di fratture.
Questo è possibile grazie all’impiego di “adesivi” che garantiscono l’unione tra dente e materiale da restauro.
Otturazione o intarsio?
Esistono due tipi di restauri: l’otturazione e l’intarsio.
Nel primo caso (otturazione), si utilizza un materiale che viene via via portato sul dente da restaurare direttamente in bocca e incrementato fino al risultato finale.
Il materiale si presenta in forma lavorabile per poi essere indurito man mano che si procede al completamento del restauro stesso.
Nel secondo caso (l’intarsio), la porzione di dente da restaurare viene preparato fuori dalla bocca e infine cementato sul dente stesso.
Il materiale che si utilizza nell’otturazione è il composito, così chiamato perché composto da 3 componenti principali:
- La matrice resinosa: componente organica e chimicamente attiva che confluisce fluidità e morbidezza in condizione di partenza. Contiene inoltre un attivatore che a seguito di un preciso stimolo polimerizza (indurisce) dando rigidità al prodotto. Attualmente i compositi più usati vengono attivati attraverso foto polimerizzazione cioè utilizzo di una luce a una data lunghezza d’onda.
- Il filler: nella matrice sono disperse particelle inorganiche che variano, a seconda del prodotto, per dimensioni e chimica, conferendo caratteristiche particolari in termini di durezza, traslucenza e azione biologica.
- L’accoppiante: il silano un composto chimico del silicio che per le sue peculiarità molecolari, riesce a legare tra loro le varie componenti e permettere la polimerizzazione, cioè l’indurimento.
l materiali che si possono utilizzare invece nell’intarsio sono diversi e più precisamente:
- l’oro, ottimo ma con il grosso limite dell’estetica
- il composito, si può utilizzare ma è meno duro e resistente all’abrasione
- la ceramica, sicuramente la più performante sotto il profilo estetico e di durezza
Quest’ultima si presenta sotto varie formule, la più attuale è il disilicato di litio.
Come ti dicevo in precedenza, l’intarsio deve essere costruito al di fuori del cavo orale di conseguenza per poterlo realizzare occorre rilevare un’impronta.
Come si sceglie?
Le ragioni che portano alla scelta di una tecnica restaurativa o a quella di un materiale sono essenzialmente cliniche ma tentando di semplificare al massimo possiamo dirti che:
- L’otturazione è indicata in tutti i casi dove la porzione da restaurare è relativamente piccola o comunque si tratta di una cavità sufficientemente contenitiva per poter agevolmente ricostruire il dente nella sua morfologia originale ( ti ricordiamo infatti che viene eseguita direttamente nel cavo orale con tutte le difficoltà che ne derivano).A questo proposito è bene menzionare la diga di gomma, un dispositivo che si monta sui denti e che isola il dente da restaurare dal resto della bocca, questo consente di lavorare su un campo non contaminato dalla saliva e di evitare le interferenze della lingua.
- L’intarsio è indicato nei casi di cavità più grandi dove eventualmente c‘è anche la compromissione di qualche cuspide (le punte dei denti) e generalmente viene eseguito sui denti molari.
Un discorso a parte meriterebbero le faccette estetiche che possono essere usate (di solito nei denti frontali) per restaurare un elemento particolarmente compromesso.
Si pongono al limite tra un trattamento conservativo e un trattamento estetico quindi le tratteremo in un altro capitolo dedicato.
Speriamo che il nostro articolo di sia stato d’aiuto e di aver risposto a tutte le tue domande sull’otturazione dentale.
Ti aspettiamo in studio!
Dott. Elvis Federzoni