Hai mai sofferto di ascesso dentale? L’ascesso dentale è una situazione alquanto dolorosa in cui deve intervenire il dentista.
In quest’articolo la nostra Dott.ssa Erica Campolongo ci dice davvero tutto.
Che cos’è l’ascesso dentale
L’ascesso dentale, da un punto di vista clinico, è caratterizzato da una “tumefazione dolente e rossastra” in prossimità di un dente.
L’ascesso solitamente provoca un dolore costante e pulsante (simile al battito del nostro cuore), inizialmente fortissimo ed acuto, quando ancora non è visibile la tumefazione attorno al dente, e che si riduce lievemente con la comparsa del gonfiore vicino al dente.
L’ascesso rappresenta un possibile risultato dell’interazione tra batteri e i loro prodotti (tossine, enzimi batterici, ecc.) con il nostro sistema immunitario.
Nell’ascesso dentale si ha la formazione di una raccolta confinata di pus, che dalla sede di origine, dove c’è l’infezione, cerca di fuoriuscire verso l’esterno.
In un primo momento, quando la raccolta di pus si trova racchiusa all’interno dell’osso, il dolore è più acuto e pulsante (hai presente quando si dice: “lo sento battere”?).
Ma appena la raccolta purulenta arrivo nei tessuti molli, compare subito il gonfiore vicino al dente e il dolore si attenua lievemente poiché il pus riesce a espandersi più facilmente e a comprimere meno la zona.
È infatti la compressione dei tessuti circostanti da parte del pus che ci fa avvertire il male.
Spesso sulla zona più gonfia può formarsi un “puntino giallo” (simile a un piccolo brufulo) dal quale può uscire pus: si tratta di una fistola.
In seguito alla comparsa della fistola il gonfiore si riduce leggermente e anche il dolore si attenua.
Cosa fare in caso di ascesso dentale
In caso ti trovassi in questa situazione, recati subito dal dentista che individuando il dente responsabile e comprendendo la tipologia di ascesso potrà curarlo al meglio.
Per risolvere un ascesso dentale occorre eliminare la causa batterica, generalmente rappresentata da un biofilm batterico, ossia un’aggregazione di batteri all’interno del dente o sulla superficie esterna (la radice).
Quest’aggregazione rende i batteri resistenti agli attacchi di disinfettanti o degli antibiotici: per questo motivo la sola terapia antibiotica, che talvolta il dentista potrebbe prescriverti, non è sufficiente per risolvere il problema.
Il biofilm andrà disgregato con una terapia diversa a seconda del tipo di ascesso.
E se l’ascesso dentale coinvolge i denti da latte?
Nel caso in cui l’ascesso coinvolga un dente da latte (fino ai 13 anni di età), il dentista valuterà se il dente responsabile sta per essere cambiato, considerando l’età del bambino ed eventualmente avvalendosi di una radiografia (es. una panoramica).
I denti da latte (o decidui) che sono stati interessati da traumi o da carie di grandi dimensioni possono dare luogo ad ascessi dentali per la presenza di batteri al loro interno (ascesso endodontico – che vedremo in seguito).
Nel caso in cui il dente interessato da ascesso sia vicino alla permuta, però, viene consigliata l’estrazione, preceduta o meno da terapia antibiotica, in base alle caratteristiche cliniche della zona.
Se, invece, il dente permanente non sia prossimo all’eruzione occorrerà curare il dente da latte per mantenere lo spazio per il dente definitivo corrispondente.
La cura in questo caso consiste in una “devitalizzazione” del dentino da latte, con la quale si va a rimuovere la polpa (cuore del dente) infetta e si medica con un materiale antibatterico riassorbile in grado di riassorbirsi assieme alle radici del dente deciduo.
Per i Denti Permanenti
Occorre distinguere 2 tipi di ascesso dentale in base alla localizzazione del biofilm batterico che causa l’ascesso: ascesso parodontale e ascesso endodontico.
Ascesso Paradontale
Nell’ascesso parodontale i batteri sono localizzati sulla superficie esterna del dente (radice).
Generalmente sono soggetti a questo tipo di ascessi i pazienti con malattia parodontale (parodontite).
La visita dal dentista è fondamentale non solo per comprendere la causa dell’infezione batterica ma eventualmente anche per intercettare e iniziare a trattare una problematica ai tessuti di sostegno dei denti non diagnosticata in precedenza.
In questo caso si fa spesso precedere il trattamento antibiotico alla disgregazione meccanica del biofilm batterico tramite strumenti manuali e meccanici (terapia parodontale non chirurgica).
Ascesso Endodontico
Nell’ascesso endodontico i batteri si trovano all’interno dell’elemento dentale andato in necrosi in precedenza (la polpa del dente è “morta”). Per la risoluzione di quest’ultimo occorre “devitalizzare” il dente necrotico.
Con la “devitalizzazione” o la terapia canalare dell’elemento dentario si rimuovere la polpa infetta, si disgrega il biofilm batterico all’interno del dente, si disinfetta l’elemento e si sigilla l’interno del dente (endodonto) con un materiale biocompatibile (otturazione canalare).
Anche denti devitalizzati in precedenza possono dare luogo ad ascessi dentali.
Se la terapia canalare effettuata non è congrua, i batteri rimasti all’interno del dente possono dare luogo, con i loro prodotti metabolici, ad un’infiammazione alla base della radice del dente che può talvolta sfociare in un ascesso dentale.
In questo caso la terapia è rappresentata dal ritrattamento endodontico, con il quale si va a “devitalizzare” nuovamente un elemento già trattato in precedenza per risolvere l’infezione batterica.
Talvolta, per risolvere l’infezione a carico di denti molto compromessi (con carie radicolari, fratturati a livello della radice o con scarso supporto osseo), occorre estrarre l’elemento dentale stesso.
Dott.ssa Erica Campolongo
Bibliografia
Per la realizzazione del presente articolo si sono consultati i libri di testo:
- Manuale di Endodonzia, Società Italiana di Endodnzia;
- Odontoiatria Pediatrica, Antonella Polimeni;
Inoltre quanto riportato ha tenuto in considerazione le pubblicazioni dei seguenti autori:
- Casadevall, A., and L. A. Pirofski1999 Host-Pathogen Interactions: Redefining the Basic Concepts of Virulence and Pathogenicity. Infection and Immunity 67(8): 3703–3713.
- Kantz, W. E., and C. A. Henry 1974 Isolation and Classification of Anaerobic Bacteria from Intact Pulp Chambers of Non-Vital Teeth in Man. Archives of Oral Biology 19(1): 91–96.
- Koivisto, Tyler, Walter R. Bowles, and Michael Rohrer2012 Frequency and Distribution of Radiolucent Jaw Lesions: A Retrospective Analysis of 9,723 Cases. Journal of Endodontics 38(6): 729–732.
- Sjogren, U., B. Hagglund, G. Sundqvist, and K. Wing1990 Factors Affecting the Long-Term Results of Endodontic Treatment. Journal of Endodontics 16(10): 498–504.
- Sundqvist, Goran, and David Figdor2003 Life as an Endodontic Pathogen. Ecological Differences between the Untreated and Root-Filled Root Canals. Endodontic Topics 6(1): 3–28