A chi affidare il tuo sorriso?

“Non affidate il vostro sorriso al primo che capita”. È questo l’invito dell’ANDI per sensibilizzare verso il problema dell’abusivismo odontoiatrico ed i rischi che il turismo odontoiatrico comporta.

“Ancora oggi – dice il Presidente ANDI Gianfranco Prada – sono molti i pazienti che si rivolgono a finti dentisti, veri e propri truffatori che si spacciano per professionisti senza averne titoli, autorizzazioni e capacità”.

“Vi fareste fare un elettrocardiogramma da uno qualunque”, si chiede Prada. Ovvio che no. Lo stesso deve valere per la cura dei denti e la bocca.

Rivolgendosi ad un falso dentista si mette a rischio la propria salute generale. Il rischio arriva dal fatto che un finto dentista non ha studiato per fare il dentista e non si aggiorna, come fanno i dentisti veri. Una cura odontoiatrica non è un servizio artigianale – tappo il buco del dente, costruisco la protesi – ma un atto medico che implica, in primis, saper riconoscere lo stato di salute del paziente ed i suoi bisogni per evitare rischi futuri. Requisito necessario per ottenere una cura di successo o di una riabilitazione che durerà nel tempo se si tratta di interventi protesici.

Affidandosi ad un abusivo, poi, si rischia di trovarsi in uno studio che non rispetta norme igieniche legate alla sterilizzazione, lo studio illegale non viene costantemente controllato come capita ai dentisti abilitati.
Altra pratica rischiosa è quella di rivolgersi all’estero per cercare un dentista che, all’apparenza, costa di meno.

“Ognuno è libero di farsi curare da chi gli pare e non abbiamo nulla da dire contro la concorrenza – dice il Presidente Prada – ma è doveroso sottolineare che questo comporta tutta una serie di aspetti negativi che sono stati denunciati dai tanti pazienti che hanno ricevuto cure in quei Paesi. Uno di questi è il fatto che i pazienti che si rivolgono all’Estero non hanno nessuna possibilità di rivalersi legalmente contro quei dentisti in caso di insuccesso o problemi. Problemi che sono tanti e frequenti in primo luogo perché non vengono rispettati i tempi biologici necessari per le cure, le riabilitazioni”.

Tratto da “il tuo dentista informa” a cura di A.N.D.I .

 

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