Il Medical Devices Group cerca di convincere i dentisti ad utilizzare materiali alternativi piuttosto che vietare l’utilizzo dell’amalgama dentale. Ma questi materiali alternativi sono davvero sicuri? Vediamolo insieme.
Il tema del mercurio, e in particolare della sua pericolosità per l’ambiente, continua ad interrogare il settore dentale. Anche il Medical Devices Experts Group – il tavolo di esperti in materia di dispositivi medici della Commissione Europea – ha dibattuto sulla questione nella riunione del 15 gennaio scorso.
A darne notizia è l’UNIDI, presente al tavolo come rappresentante della FIDE (la Federazione Europea dell’Industria Dentale), sull’ultimo numero di UNIDIPress, la rivista telematica dell’associazione degli industriali del settore dentale italiano.
Per quanto riguarda l’amalgama dentale, durante la sopracitata riunione è stata confermata la linea che predilige “l’incoraggiamento” all’uso di materiali alternativi piuttosto che il divieto dell’uso del materiale.
“Alla luce dell’ennesimo studio pubblicato dai due organi di ricerca della Commissione SCENHIR e SCEHR che conferma l’assenza di correlazione tra l’utilizzo di amalgama e l’insorgere di determinate patologie e quindi in generale la non pericolosità del materiale, se non da un punto di vista ambientale, – dicono da UNIDI- non si è più parlato di una strategia che implichi il divieto di commercializzazione ed utilizzo dell’amalgama dentale, ma solo di misure e raccomandazioni volte ad incoraggiare e favorire l’utilizzo di materiali alternativi”.
Però, precisa UNIDI, la Commissione si pone il problema della sicurezza e della performance dei materiali alternativi disponibili sul mercato, sulla cui presunta tossicità, per il paziente e per l’utilizzatore, qualcuno ha già insinuato qualche dubbio. Per questo motivo, UNIDI e FIDE intendono creare un contatto diretto tra i propri associati che da sempre fabbricano questi materiali innovativi in totale conformità con i requisiti essenziali di sicurezza della Direttiva sui dispositivi medici e della Commissione Europea, che sta conducendo uno studio in merito.